sabato 20 giugno 2015

20 giugno

Sabato 20. Finalmente il grande giorno. Nessuna notizia da parte loro, ma non ho visto neanche spostamenti, movimenti di macchina, caricamenti di pacchi. Nulla.
Mia mamma mi chiama alle 17:07 per dirmi che sta partendo da casa. L’appuntamento è previsto per le 18.
Ahimè, chiudendo la telefonata, alle 17:08 vedo il temuto messaggio che la X mi aveva mandato con whatsapp alle 15:30:

“Ciao bruno sono in ospedale sto male ci vediamo domani sera verso le 19 o 20 pm come preferisce”.

Addirittura dice “ci vediamo domani sera alle 7-8 di sera” per chiarire che non se ne andrà neanche domenica. Certamente vorrà rinviare per l’ennesima volta, a sabato prossimo.
Chiamo mia mamma desolato e glielo dico.
Decidiamo che ormai bisogna agire, rischiare, costi quel che costi.
Io ho provato a prenderli per le buone da metà aprile al 9 maggio, mia mamma dal 9 maggio a oggi, 20 giugno. Sono passati 2 mesi.
Entreremo in casa e ci resteremo. Che chiamino la Polizia o i Carabinieri.
Del resto, se la casa è persa, ed è ormai probabile che lo sia, almeno tanto vale tentare qualcosa di forte, seppur limitando i rischi. Ma è impossibile uscirne senza rischiare.
Del resto, se li lasciassimo lì ancora a lungo, lei insisterebbe sulla storia dello sfratto, campa cavallo che l'erba cresce.

Alle 18:18 mia mamma è già qui.
Mi dice che vuole entrare solo lei, e io di sparire. Così che eventuali conseguenze se le becca solo lei. Mi pare poco credibile, visto che sono comunque io ad aprire.
Dò qualche scampanellata, nessuno risponde, entriamo.
Il dado è tratto.
Le dò l’unica chiave che mi è rimasta, raccomandandole di metterla in borsa e di non farsi fottere anche quella. In realtà meglio sarebbe stato dargliela prima, nell’androne, così da non essere visti dall’alto, e che aprisse lei stessa.
Il problema in sto cazzo di palazzo di ringhiera è che è una specie di anfiteatro, tutti vedono quel che accade al piano terra, soprattutto davanti a casa mia, quella “occupata”, in bella vista ed esposta al sole più che mai, senza nessun riparo, tettoia e simili.
Le dico che se provano a buttarla fuori può buttarsi a terra e fare scena, per fargli una denuncia penale.
Certo, è vecchia veramente, però. E se si fa male sul serio? Non sarò un po’ stronzo?
Comunque lei stavolta è imperterrita e più decisa di me.
“Lascia fare a me!”
Dopo un po’ le porto del pane, acqua e albicocche.
Scherziamo col fatto che non può vedere la tv perché io ho tolto l’antenna agli X.
“Stavolta mi hai fottuto!” Alludendo alla sua videodipendenza. Ridiamo.
Le raccomando di non parlare di Polizia. Se la vogliono chiamare, la chiamino loro.

19:03 Mi chiama e scendo giù di nuovo per portargli qualcosa da leggere e del formaggio. Tornando su incontro una sudamericana anzianotta, o almeno sulla cinquantina, che abita lateralmente a lei, al primo piano. E’ carica di roba. Mi viene in mente che devo il più possibile tirare dalla mia parte quelli del condominio, mi prodigo per portargli i pacchi per le scale. Lei mi ringrazia e mi dice: “Se n’è andata quella ragazza che sta lì?” O: “quella ragazza che se ne doveva andare”.
Insomma qualcosa del genere. Mi è chiaro più che mai quanto la troia abbia fatto una scenata greca il giorno che gli ho chiuso il gas, che il bambino (chiamalo bambino...un x diciassettenne) e tutti loro sono rimasti senza pranzo… Magari fossero morti di fame. Il problema è che hanno chiamato l’A2A e quegli stronzi sono subito venuti e l’hanno riaperto.
Avrà certamente montato la scena dell’avido speculatore immobiliare che l’ha dissanguata per 20 metri quadri e che volevo fottermi la cauzione.
Non ha detto che ogni volta che gli portavo la bolletta da pagare rispondeva sorridendo e dicendo che al momento non aveva i soldi e che così io, come uno stronzo, le ho pagato le bollette per tutto l’anno.
Non ha detto che per tutto marzo e fino al 10 aprile mi ha detto che se ne sarebbe andata, per poi mettermela in culo e farsi la residenza a tradimento, a lei e al moroso.
Non ha detto che ci ha messo dentro anche il figlio, chiamiamolo figlio.
Che tutta la cauzione se n’è ormai andata in bollette e che da due mesi sta lì senza pagare un cazzo, consumando energia elettrica, acqua e gas, mentre io sto ancora pagando il mutuo, non ha detto che non ha accettato di andarsene, già da aprile, neanche regalandole questi mille euro che già avevo speso in bollette, pretendendo che glieli dessi prima che se ne andassero, “così intanto cercavano e potevano dare la caparra”.
Non ha detto che ci sta prendendo per il culo da due mesi, me e mia madre, e che evidentemente l’intenzione di prenderci per il culo c’era già dall’anno scorso.
Rispondo alla sudamericana evasivamente. “Se ne va oggi”.
Mi sento ipocrita a fare questo piccolo gesto di aiuto nell’imminenza di uno scontro frontale con le X e allo scopo di portarmi qualcuno dalla mia parte.
Prima non l’avevo mai fatto, ma con lei non era mai capitata l’occasione.
Anzi, non mi sembrava proprio di averla mai vista. Forse perché non è granché.
L’ho fatto invece con qualche vecchia rincoglionita dalla mia parte del palazzo. ovviamente anche lì c’è un po’ d’ipocrisia, il tentativo di tener buoni dei potenziali nemici, anche se sappiamo benissimo che ci stiamo tutti reciprocamente sul cazzo. Neanche allora ero sincero. Anzi, semmai son più sincero con lei, che è sudamericana, simpatica, mentre quelle vecchie rincoglionite mi sono proprio antipatiche. L’avrei fatto con le arabe? Non credo, non solo perché mi stanno sul cazzo anche loro, ma anche perché ovviamente sarebbe stato pericoloso e controproducente. Sono mogli vecchie e brutte coperte come mummie, le tipiche x musulmane schiave dei maschi, e tanti vaffanculo a quegli stronzi che parlano di islamofobia.
Anzi, ripensandoci mi pento di non aver chiesto alla sudamericana di dove sia. Probabilmente è peruviana. Pensate che colpo sarebbe stato: “Anche la mia fidanzata è peruviana”. Mannaggia a me. Ma forse sarebbe stato troppo. Persino per me.  19:20

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